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110km DI FATICA? MI SONO RICREDUTA!
Ad ottobre inizierà il Sinodo dei giovani e la Chiesa rifletterà con il Papa sulla realtà delle nuove generazioni. Anche una ragazza di Nuovi Orizzonti parteciperà al Sinodo insieme ad altri selezionati dai Movimenti e dalle Conferenze Episcopali.
Romina oggi ci racconta l’avventura che le ha permesso di andare oltre se stessa e vedere un orizzonte nuovo, mai sperimentato prima.
Quando ho deciso di iscrivermi al pellegrinaggio di Nuovi Orizzonti, ho avuto sì entusiasmo, ma allo stesso tempo un po’ di timore e titubanza perché ero ignara di chi avrei incontrato e proprio per questo dubitavo del buon esito della mia scelta.
Inoltre, fisicamente non ero preparatissima perché avevo fatto poco sport durante l’anno e mi aspettavano 110 km di fatica, ma non solo!
Sorprendentemente, invece, mi sono ricreduta. Durante tutto il cammino non ho mai pensato, infatti: “Ma chi me l’ha fatto fare?!”.
Ho invece capito quanto bene possa fare a volte staccarsi dalla freddezza del computer per riscoprire il contatto con la natura e l’autenticità del rapporto umano. Riguardo ciò, ho apprezzato moltissimo chi, pur non conoscendomi, si è offerto di portarmi il sacco a pelo nei momenti più faticosi, proprio quando c’erano le salite e il caldo cominciava a farsi sentire.
È stato stupendo rendersi conto che proprio quando si hanno meno comodità la qualità del rapporto umano aumenta. Non a caso nel gruppo si è creata subito un’inaspettata intesa che mi ha fatto vivere l’esperienza del legame fraterno.
Ricordo ancora l’apertura di ognuno nel raccontarsi, lo scambio delle nostre storie, l’aiuto reciproco che si manifestava nell’aspettarsi a vicenda e nel donare un po’ di sé all’altro.
Si è realizzato davvero quello che ha detto il Papa: “Cari giovani, facendo ritorno nelle vostre Comunità, testimoniate ai vostri coetanei e a quanti incontrerete la gioia della Fraternità e della Comunione che avete sperimentato in queste giornate di pellegrinaggio e di preghiera”.
Fraternità, parola chiave del pellegrinaggio, che si è poi resa viva non solo all’interno del gruppo, ma anche al di fuori, da parte delle persone che ci hanno accolto e ci hanno offerto da bere e da mangiare. Mi ricordo ad esempio la fornaia cubana che, vedendoci sfiniti sulle scalette di una chiesa affaticati, ci ha offerto le sue pizzette.
È dunque un’esperienza che consiglio vivamente e ringrazio tutte le persone che ho conosciuto e mi sono state a fianco durante il cammino.
Grazie!
Romina