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Un binocolo sul mondo

Moonrise Kingdom: la tenerezza guarda più lontano

Moonrise Kingdom è un film del 2012 di Wes Anderson, e chi lo conosce sa che abbiamo a che fare con una poetica speciale. Il film ha due personaggi chiave e una trama semplice: una coppia di dodicenni, Sam e Suzy, si incontrano “per caso” durante una recita in chiesa e si innamorano improvvisamente, così che un anno dopo organizzano una fuga d’amore. E più cresce il loro affetto, più il mondo stabile degli adulti crolla. 

Siamo in una dimensione apparentemente astratta, dipinta di color pastello. La storia si apre con il sottofondo dell’overture di un concerto a cui flauti, clarinetti, tromboni, viole, violini e percussioni corrispondono i personaggi delle loro rispettive famiglie.

In apparente tranquillità vive la famiglia di Suzy. I suoi genitori abitano in piani separati e dormono in letti separati e per comunicare usano un megafono. E i suoi tre fratellini fanno sempre le stesse cose e mai comprendono la visione del mondo della sorella, sempre alla finestra con un binocolo ad aspettare le lettere del suo amore.

E poi appare anche la famiglia affidataria di Sam, che è orfano e loro non lo vogliono più a causa dei suoi problemi.

I ragazzini vivono una realtà sincera, senza filtri, con semplici gesti di abbracci, di sguardi e di carezze, e gli adulti vivono nascondendo i loro problemi e sentimenti, facendo finta che sia normale. 

Sarà la loro relazione a svelare la verità dietro le maschere di queste famiglie disfunzionali.

Sam e Suzy infatti sembrano incoscienti e il loro sentimento non viene preso seriamente perché sono solo dei ragazzini. Ma la “stupida” fuga calcolata riesce meravigliosamente, mentre il piano degli adulti che si sentono sicuri e forti crolla.

La loro fuga sembrava un modo immaturo per scappare dal mondo e invece è proprio il mondo attorno a loro che è immaturo.

I colori delle inquadrature lo dicono, con il grigiastro per gli adulti e colori caldi e vivaci per i ragazzi.

Quante volte ci sembra vivere in una realtà tiepida e banale? Quante maschere dobbiamo indossare per apparire “normali”?

Più i due ragazzi si amano, più tutto ciò che sembrava normale peggiora, e la realtà si scopre per quello che è: la doppia vita della mamma di Suzy che frequenta di nascosto il malinconico poliziotto Sharp; l’indole del capo scout Ward che è un irresponsabile ma poi salva la vita al comandante; i compagni di reparto, che non accettano la fuga di Sam perseguitandolo ma poi decidono di aiutarlo perché comprendono il valore di quell’amore.

Perchè quei due erano pronti a morire l’uno per l’altro.”

La risposta a tutto il piattume è l’amore. L’amore che è semplice e travolgente come quello di una coppia di ragazzini la prima volta, che destabilizza, ma ti rende libero.

Sam e Suzy hanno un amore così genuino che riescono addirittura a perdersi nello stare in un abbraccio o nella bambinesca semplicità di un bacio.

Vorrei tornare lì, a quello sguardo che per la prima volta mi ha fatto sentire desiderato. Forse lo abbiamo ricevuto da una persona speciale, da un parente, da un amico. E forse adesso lo sentiamo verso una passione, un mestiere, una vocazione.

E’ uno sguardo che ci ha fatto sognare una vita insieme.

Troppe volte perdo questo sguardo.

Ecco allora il punto che mi porto a casa: mettere la giusta tenerezza in tutte le cose senza vergogna e cercare di pensare con il cuore.

L’amore sincero stravolge le situazioni ma le migliora, per ciò in una realtà dove tutti sembrano stralunati e pittoreschi, i due ragazzi sembrano i più normali, i più equilibrati. Sembravano disadattati dalla società ma sono semplicemente disadattati da un mondo piatto e troppo tiepido.

Anderson ce lo racconta così, con poesia, con arte e con il suo solito ritratto attraverso le forme del grottesco.

Il film è un dolce sguardo agli errori degli adulti, ai difetti della società e all’amore che, se è semplice e sincero, sconvolge la vita e tutto diventa nuovo.

Mi chiedo che cosa mi serve per essere così.

Loro si tengono per mano anche fino alla cima di un campanile sotto la tormenta. Perchè anche nella tempesta continuano a guardare le cose con tenerezza.

Io non riesco a farlo, devo cercare qualcosa che mi aiuti a vivere così, come  quel binocolo di Suzy… forse è un simbolo per rappresentare il vero sguardo da avere sul mondo.

E dopo questo film, ancora di più mi rendo conto che abbiamo bisogno di qualcosa che faccia ripartire la vita ogni volta, che migliori la nostra vista, perchè tutti abbiamo bisogno di un binocolo.

Tutto il resto è fiaba. 

Perchè usi sempre il binocolo?

Mi aiuta a vedere le cose da vicino anche se sono lontane.

Fingo che sia il mio potere magico..”

David Martìnez

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