Pensieri e RiflessioniSpiritualità

Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro!

  • Antonio, tu sei nato con una disabilità… di cosa si tratta e come l’hai vissuta?

Quella notte del 30 marzo, domenica di Pasqua, doveva essere una serena e felice attesa per l’arrivo di un figlio e invece si stava trasformando nella peggiore delle notti!

Iniziano le doglie per mia mamma e si accorge che il momento è davvero arrivato, quella piccola creatura premeva per nascere ma quella notte qualcosa non è andata secondo i piani. L’esecuzione di manovre inesatte da parte dello staff medico provoca in me una paralisi ostetrica dell’arto superiore destro; è un deficit neurologico causato da lesioni del plesso brachiale, l’insorgere di tale lesione è per lo più legata a trazioni eccessive praticate nel corso di un parto naturale difficile, è la perdita di motilità dell’arto superiore. Il distacco con mia mamma è stato atroce, perché vengo fin da subito trasferito in un altro ospedale per ricevere cure in quanto ciò mi aveva anche provocato problemi respiratori.

Nei primi anni della mia vita non mi accorgo che in me c’era qualcosa di diverso, ero un bambino gioioso, vivace e sorridente ricevendo tutto l’amore dei miei genitori.

Iniziano le prime difficoltà nel periodo della mia adolescenza confrontandomi con i miei coetanei e lì inizio a guardarmi e a pormi delle domande:

perché proprio a me?

Inizio a sentirmi inferiore agli altri e questo mi provoca tanta rabbia repressa!

Da premettere che provengo da una famiglia cristiana al servizio della Chiesa e della propria parrocchia di appartenenza, ed è proprio questo che ha provocato in me un odio profondo verso quel Dio che aveva permesso tutto questo nella mia vita. Inoltre, non avevo il coraggio di chiedere ai miei genitori cosa davvero fosse successo quella fatidica notte e per questo motivo ad ogni iniziativa che svolgevo, dallo sport alle amicizie,

dovevo dimostrare che io ero come gli altri, ma sempre indossando varie maschere, una delle quali l’essere amabile per ricevere delle piccole approvazioni.

Per altro mi nascondevo non parlando mai della mia disabilità, perché il dolore era troppo forte da poterlo sopportare. Cresco lontano da Dio e abbagliato da ogni luccichio che la società mi offriva, con quella sete di dimostrare al mondo che io potevo fare… proprio per questo iniziano le mie prime relazioni sentimentali non sane dove l’io passionale aveva il sopravvento e usavo questo mezzo per anestetizzare il mio dolore, inconsapevole del fatto che in quel preciso istante provocavo ferite mortali al cuore di chi mi stava accanto.

  • Antonio, in quale momento della tua vita è cambiato qualcosa ed hai iniziato a guardarti con occhi nuovi?

Dio straordinariamente opera in momenti e situazioni che umanamente sono incomprensibili, ma solo adesso mi sto rendendo conto che usa un linguaggio universale che è l’amore per la propria creatura.

Infatti, pur di chiamarmi a Lui si è servito di una persona che conoscevo molto poco, ma proprio per questo motivo fu capace di andare dritto al cuore e mettermi di fronte la verità nuda e cruda; sicuramente ha usato metodi poco ortodossi ma in quel preciso istante, quando mi disse: “Tu non vali niente, cosa puoi fare con questo braccio cosi? Non hai futuro…”, io mi sentii umiliato e sprofondai in un dolore autentico che fino a quel momento nessuno aveva mai esplicitamente fatto emergere.

Fu proprio questo episodio doloroso che mi fece fermare dal correre su strade illusorie e iniziare a guardare in faccia la realtà di chi ero veramente, dove stavo andando e cosa volevo. Dinnanzi a questo abisso di dolore gridai aiuto:

Dio, se esisti veramente fatti vivo, perché io sto male e ho bisogno di te!

Questa è stata una preghiera straordinaria e nello stesso tempo potentissima, tant’è che Lui non ha perso tempo nel manifestarsi nella mia vita! Grazie ad una coppia di amici fui invitato ad andare per la prima volta a Medjugorje, anche se, al dire il vero, non sapevo nemmeno dove fosse. Tante vocine interiori mi dicevano: “Ma cosa ci vai a fare a Medjugorje? Perché non ti vai a fare una bellissima vacanza al mare?” Dopo tante lotte e non volendo lasciare spazio a quelle vocine, ad agosto del 2011 mi decido e vado…

Arrivati in quel posto sento per la prima volta un amore grandissimo che nessuno, dico nessuno, era stato in grado di donarmi ed una pace che fino a quel momento non avevo mai sperimentato!

Mi sento a casa, Dio fa festa per me che ritornavo a Lui proprio come quel Figliol prodigo… e lì per la prima volta conosco la Comunità Nuovi Orizzonti.

Fu per me un trampolino di lancio, un nuovo inizio per potere prendere in mano la mia vita e imparare ad amarmi così com’ero.

D’un tratto capì che quella notte del 30 marzo in cui nacqui, quella domenica di Pasqua che avevo sempre rivissuto con tanto dolore, quella domenica dove pensavo che Dio avesse lasciato la sua opera in sospeso, si era finalmente trasformata nel mio cuore in una nuova nascita!

Nonostante la disabilità, gli errori in sala parto e le mie difficoltà, Dio mi aveva sempre visto come un prodigio e voleva che lo facessi anche io!

  • Antonio, cosa ti ha dato Nuovi Orizzonti che già non avevi? Cosa hai scoperto di te stesso che prima non avevi visto o non avevi voluto vedere?

Innanzi tutto ho imparato a fidarmi anche quando non riuscivo a capire nulla. Poi il cammino con Nuovi Orizzonti ha permesso di riconciliarmi con Dio che è un papino meraviglioso e direi anche con la mia storia; sta abbattendo con molta carità tutte quelle barriere di inferiorità che mi ero creato e tutte quelle maschere che mi ero costruito.

Il percorso di Spiritherapy (un percorso di conoscenza di sé e guarigione del cuore), che sto seguendo in questi anni, mi sta aiutando concretamente ad essere autentico.

Nello stesso tempo sto imparando a sapermi amare, accogliere nelle mie parti più fragili con tanta dolcezza e lentamente fare delle mie debolezze dei punti di forza, per guardarmi come Gesù mi ha sempre visto e non più con disprezzo.

Sono in cammino e non smetterò mai di esserlo, ma oggi ho una consapevolezza:

so di essere nelle mani dell’Artista per eccellenza e che Lui vuole fare di me un capolavoro!

Sì, un capolavoro, proprio con me che ho sperimentato l’inferiorità, il disprezzo e il rifiuto. Ho capito, grazie a questo percorso, che per incontrare Gesù dovevo prima imparare ad amarmi cosi come ero e sapermi ascoltare, poi il resto lo avrebbe fatto Lui.

  • Antonio, da poco hai perso la tua mamma a seguito di una grave e lunga malattia, come hai affrontato e stai affrontando la sua assenza?

Questo è un altro argomento molto tosto della mia vita… A settembre del 2014 a mia mamma viene diagnosticato un leiomiosarcoma, un tumore molto aggressivo; quando scopro che i medici le avevano dato un anno di vita mi crolla il mondo addosso!

Perché proprio nella mia famiglia? La paura della sofferenza e dello sconforto prende il sopravvento! Inizialmente scappo davanti a questo grande dolore, inizia un iter ospedaliero tra interventi e svariate chemioterapie. Grazie alla presenza viva dei fratelli della Comunità Nuovi Orizzonti, che hanno condiviso in pieno il dolore che stavo vivendo,

ho imparato che io in quel momento avevo Gesù crocifisso a casa, che aveva bisogno di me, che ero io il cireneo che aiutava a portare il peso della croce.

Nel luglio del 2020 la mamma nasce in cielo. Ma al di là anche di questo grande dolore, che resta, posso dire che in questi ultimi meravigliosi anni ho scoperto cosa significhi amare gratuitamente, il come ci si dona all’altro senza misura ma, soprattutto,

come rimanere nel dolore anche quando non si comprende e senza rimanerne schiacciati, condividendolo con i fratelli e consegnandolo nelle mani di Dio.

Solo così ho sperimentato, e continuo a farlo, tanti piccoli e grandi frutti di resurrezione.

Oggi ringrazio questa meravigliosa Famiglia che è per me Nuovi Orizzonti, perché ho sperimentato quanto mi aiuti il camminare in cordata dinnanzi alle tante scalate che spesso la vita mi ha chiamato ad affrontare, scalate che da solo non sarei riuscito a superare!

Un grazie speciale va a Gesù perché, anche in tutte le sofferenze, si è fatto incontrare, toccare, vivere e mi sono sentito veramente Amato.

Antonio Leggio

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