Mi ero ripromessa che avrei parlato di lei quando ancora avrei potuto leggerle le mie considerazioni, e magari ne avremmo riso insieme e lei si sarebbe schernita, anche se sotto sotto le avrebbe fatto tanto piacere.
Ma si sa, la vita spesso è tiranna e il tempo per fare le cose davvero importanti ti sfugge via come la sabbia tra le mani. E così lei nel frattempo ha spiegato le ali ed è volata in Cielo, finalmente libera dal laccio della malattia e della nostalgia dei suoi affetti e ha potuto realizzare il suo desiderio ardente di Paradiso.
Lei è Marina, meglio conosciuta come zia Maui, la mia cara e dolce zia. Ha sempre vissuto con la nostra famiglia; per me e mio fratello è sempre stata come una seconda mamma, di cui era sorella, e ricordo che per me era così naturale che, per qualche tempo, ho pensato che in tutte le famiglie ci fosse la zia; mi sembrava anomalo il contrario!
Una persona davvero speciale nella sua semplicità: un’infanzia tribolata dalla morte prematura della sua mamma, la paura della guerra, la fame e i fratelli piccoli a cui badare. Ma lei era un’artista, e ha sempre saputo cogliere la bellezza di un tramonto o dei colori delle foglie autunnali, e in questo incanto si perdeva e trovava la pace.
Ha fatto dei colori il suo mestiere, e la vita l’ha vissuta in toto così, come se cavalcasse un arcobaleno. Lei, mamma e papà erano un fantastico trio.
Poche, pochissime volte li ho visti litigare: restano invece indelebili le innumerevoli volte in cui abbiamo riso fino alle lacrime, in cui abbiamo ballato e cantato insieme.
Il fantastico trio si è sgretolato sotto i colpi della peste dei nostri giorni: un terribile tumore si è portato via mia mamma, sua sorella, nel giro di due mesi.
Un colpo terribile, inaspettato, cruento. Il trio è diventato un malconcio duetto, ma l’amore supera il dolore e vince la morte perciò in qualche modo sono andati avanti per un po’, fino ad un’ulteriore sorpresa, a pochi mesi dalla partenza per il Cielo della mia mamma.
La tosse che da mesi papà si portava dietro senza troppo curarsi di sé era il sintomo di un tumore ai polmoni. Altra doccia gelida e colpo ai reni. Arrivano le chemioterapie e i dolori, e zia Maui assiste papà, che in fondo era “solo” suo cognato, con un amore e una dedizione che lasciano tutti noi commossi e senza parole.
Papà raggiunge mamma dopo soli dieci mesi ed ecco, il trio è sciolto: pensiamo tutti che Maui soccomberà, in fondo non ha mai vissuto da sola, invece Maui pian piano si lecca le ferite e ricomincia a sorridere, a dipingere e a cantare, e si aggrappa alla sua fede semplice, genuina ma cristallina.
Nuovi orizzonti è una realtà che le piace tantissimo, e lei sembra davvero il prototipo della Piccola della Gioia; perciò quando le propongo seriamente il cammino verso la consacrazione (visto che anni prima si era consacrata con mamma al Cuore Immacolato di Maria) non dubita, mi dice immediatamente sì.
Con estrema serietà e dedizione legge tutti i libri di Chiara e gli Statuti, e mi ascolta con attenzione quando le parlo del carisma e di tutte le cose importanti dell’Opera; non glielo dico, ma mi fa una tenerezza indicibile perché mi sembra una scolaretta nel corpo di una donna di quasi 80 anni.
Mi ha sempre raccontato che quel giorno di Pentecoste, quando ha letto la preghiera di consacrazione nel Palatenda di Roma (dove nonostante i più di 40 gradi, lei si sentiva avvolta da una piacevole brezza fresca!) ha vissuto un’esperienza indimenticabile di Cielo e Paradiso. Mi guardava con aria complice e sorriso sornione e mi ripeteva: “Se non le vivi queste cose non puoi farle capire!”.
Sicuramente questa esperienza di Cielo e l’abbandono fiducioso alla volontà di Dio le sono serviti quando abbiamo dovuto dirle, un anno e mezzo fa che, incredibile ma vero, anche lei si era ammalata di tumore; anche lei con metastasi diffuse nelle ossa e anche lei con poche/nulle chances di cavarsela.
Le cose da dire a questo punto sarebbero davvero tante, ma preferisco farlo con le meravigliose parole del libro della Sapienza:
Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza resta piena d’immortalità. In cambio di una breve pena riceveranno grandi benefici, perché Dio li ha provati e li ha trovati degni di sé.
Ovviamente non sta a me dire se la mia piccola grande Maui sia stata trovata degna da Dio, ma sta a me testimoniare che nell’anno abbondante che Lui le ha concesso, non ha mai avuto un dolore, se non nell’ultima settimana; cosa incredibile a detta dei medici.
Sta a me dire che sia in ospedale, che nell’hospice, che nella casa di risposo ha sempre mantenuto il suo sorriso, generoso con tutti, anche da una sedia a rotelle perché la malattia non le permetteva più di camminare, e che aveva una parola di consolazione per chiunque. Sta a me dire che ha lasciato i suoi pennelli solo un paio di settimane prima che partisse per il Cielo, che regalava segnalibri dipinti a tutti, che continuava a dirmi che voleva raggiungere i suoi cari, ma me lo diceva sorridendo e ovviamente “solo se Dio vorrà”.
Sta a me dire infine che sì, è possibile essere una vera piccola Piccola della Gioia anche a più di 80 anni, perché Maui lo è stata.
Aiuta anche a noi ad esserlo!
Silvia P.