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Nulla può essere più come prima

Natale 2019 - Natale 2020

Non c’è che dire: nell’ultimo periodo è cambiata la vita in generale, ma ci è cambiata la vita anche a livello personale!

In tanti ci avevano parlato di Medjugorje come luogo di guarigioni, fisiche e spirituali, di luogo ricco, non solo di fedeli ma soprattutto di fede… e finalmente a fine agosto 2019 siamo andati in pellegrinaggio,

con tanto bisogno di “sentire” la presenza di Maria nella nostra vita, quella presenza che non avevamo ancora avvertito così “viva” come avremmo desiderato!


Ed ecco che accadde l’inspiegabile, o forse no

Non ero particolarmente interessato all’apparizione in sé, mi fidavo dei frutti di pace e amore che avevo visto già fiorire nella vita di tante persone, ma non pensavo che Maria volesse farmi e farci un regalo così grande. Il 2 settembre 2019, di mattina prestissimo, io, mia moglie Tiziana e mio figlio Gabriele di 7 anni, insieme a due amici carissimi, siamo saliti sul Podbrdo per assistere all’apparizione della Madonna alla veggente Mirjana. Nonostante fosse mattina presto c’era un clima stupendo, un cielo azzurro intenso con pennellate bianche (sul cielo di Medjugorje ci sarebbe da aprire un capitolo a parte) e non soffiava nemmeno un alito di vento.

La collina tracimava di fedeli, eravamo stipati l’uno all’altro e tradivamo una certa preoccupazione per Gabriele, che da bambino vivace e dinamico qual è, pensavamo potesse darci qualche problema nelle ore di attesa. Circa 10 minuti prima dell’apparizione, mentre i fedeli pregavano il Rosario in tutte le lingue, alcuni alberi di melograno vicino a noi (non tutti) incominciarono ad inclinarsi, piegati da un vento che però non c’era… L’albero di melograno accanto alla croce blu dove sarebbe apparsa la Madonna si piegava di 45° come se soffiasse un forte vento… ma di vento nemmeno un sibilo! Io e Tiziana avevamo la pelle d’oca; non si trattava soltanto di un’esperienza spirituale, ma anche di un’esperienza fisica priva di spiegazione razionale!

Allo stesso tempo Gabriele, unico bambino della sua età, stava diventando nervoso perché avrebbe voluto vedere la veggente, ma gli era impossibile a causa della folla. Ed ecco che accadde l’inspiegabile, o forse no:

alle 08:25, cinque minuti prima dell’apparizione, Gabriele è caduto in un sonno profondo tra le braccia di Tiziana… e mio figlio non si era mai addormentato prima di allora, in pieno giorno, nemmeno distrutto dalla stanchezza!

Appena dopo, alcune persone nelle vicinanze, inclusa una donna a due metri da noi, con voce terribile hanno iniziato ad inveire contro la Madonna intimandole di andarsene.

Le urla sono durate per tutto il tempo dell’apparizione, mentre Gabriele continuava a “riposare” tra le braccia della mamma come se nulla fosse. Alle 09:00, appena ultimata l’apparizione e appena finite le urla, Gabriele si è svegliato fresco e riposato, senza più manifestare alcuna nervosa curiosità sulla veggente e sull’apparizione, anzi, comunicandoci con naturalezza di aver visto la Madonna! Non vi nascondo l’immensa commozione, mia e di mia moglie, per la delicatezza della nostra Mamma Celeste… Maria, infinita dolcezza, non aveva permesso che il suo piccolo Gabriele si scandalizzasse per quelle grida raccapriccianti!

La sensazione che la Madonna fosse stata veramente presente in quel luogo è stata l’esperienza più reale che abbiamo mai vissuto!

In quei giorni di pellegrinaggio a Medjugorje abbiamo chiesto alla Madonnina, con tutto il cuore, di intercedere per noi concedendoci la grazia di un secondo figlio, ormai da tempo desiderato ed atteso!

Tornati a casa completamente rinnovati, con il cuore traboccante di una gioia inesprimibile, dopo appena un mese abbiamo appreso che Tiziana, alla soglia dei 41 anni, era incinta. Ci sembrava un sogno, anche se avevamo un po’ paura che quel sogno potesse svanire… come in effetti è stato pochi giorni dopo con un aborto spontaneo. Non capivamo, eravamo storditi; da una parte quel pieno di pace del cuore ricevuta a Medjugorje e dall’altra la delusione cocente di una creatura mai nata.

Essendo quarantenni, abbiamo avuto la sensazione che ci fosse sfuggita un’occasione quasi irripetibile di diventare genitori per una seconda volta.

Abbiamo trascorso alcuni mesi emotivamente difficili, anche se spiritualmente avevamo accolto e accettato quello che era successo.

Ed ecco che a febbraio 2020, in barba alla nostra poca fede, l’ennesimo test di gravidanza si è colorato come speravamo: eravamo nuovamente in attesa di un figlio e di un figlio concepito a tre giorni dal Natale 2019.

A causa della pandemia da covid 19 abbiamo vissuto il tempo della gravidanza spaccati tra il dolore per le vittime dei contagi e la bellezza di poter vivere la famiglia con maggiore intensità “grazie” a smart working e didattica a distanza, in attesa della piccola new entry che si sarebbe dovuta unire a noi poco dopo l’estate. Ed ecco che il 6 settembre 2020 è nato Riccardo! Adesso ha tre mesi e mezzo e possiamo dire con certezza che, come Gabriele nel 2013, ha portato ancora una volta il sorriso di Dio nella nostra famiglia, mentre ci accingiamo a vivere il suo primo Natale in zona rossa per la persistenza del grave rischio di contagio, con festeggiamenti molto più semplici del solito ma non meno autentici.

Giunti al termine del periodo di Avvento, dopo mesi di emozioni forti vissute da Medjugorje in avanti, dopo aver già ricevuto tanti doni di vita e dalla vita, io, Tiziana e Gabriele ci siamo interrogati sul significato del Natale,

sul perché siamo sempre portati e abituati a chiedere ed aspettarci dei regali, nonostante il vero festeggiato sia Gesù.

Allora Family: “Quest’anno cosa vogliamo regalare a Gesù Bambino? E lui cosa vorrebbe da ciascuno di noi?”

E Gesù, che è Dono, anzi, che è il Dono per eccellenza, sarebbe felice di ricevere qualcosa da noi?

Beh, sì, è vero che Gesù ci ama così come siamo, che si dona gratuitamente, che è sempre fedele, che non si stanca mai di perdonarci… ma se Gesù si è fatto Dono, prima nascendo come il più piccolo e povero tra gli uomini, poi amandoci fino alla morte innocente e orribile della croce e infine risorgendo e lasciandoci lo Spirito Santo ad amarci per l’Eternità in Dio Padre, perché noi non ci possiamo fare dono per gli altri?

Cosa ci impedisce di imitare Gesù nell’amare? Perché non proviamo ad amare come Lui ci ama?

Come Chiara tante volte ci ha ricordato, quel “come Lui ci ama” (cfr.Gv 15, 9-13), quell’essere disposti a morire, è molto impegnativo e un po’ spaventa, ma la certezza che Dio voglia far nascere Gesù anche quest’anno, nella capanna del nostro cuore, nonostante il difficile periodo storico che stiamo vivendo, ci deve confermare nella consapevolezza di essere figli amati e voluti e ci deve rinfrancare nella speranza e nel coraggio di poter generare vita, anche facendo, come diceva Madre Teresa, piccole cose con grande amore!

Fabio Massari

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