«Non ti avrei mai delusa e su quel campo ci sarei arrivata prima o poi». È l’inizio del libro TE LO PROMETTO di Mara Santangelo, campionessa di tennis che all’apice della sua carriera sportiva incontra un grande ostacolo. Le mille domande, le tante attese e la sua continua ricerca la porta ad un cambiamento importante: la partita della vita dovrà giocarla con un altro avversario che scoprirà essere proprio lui a farle uscire il meglio di sé. La testimonianza che ci condivide è il racconto della sua battaglia in questa grande partita della vita in cui lei ne è uscita vincitrice e che può diventare ispirazione per chi combatte quotidianamente partite difficili.
Questo libro nasce dalla promessa che feci a mia madre all’età di nove anni guardando un match dell’allora mio mito Martina Navratilova che stava giocando sul centrale di Wimbledon.
Le dissi: “Mamma anche io un giorno calcherò quel campo indimenticabile, anche io un giorno diventerò una tennista professionista”. Questa promessa mi ha portato ad andare contro tutto e tutti, dico questo perché sono nata con una malformazione ad entrambi i piedi che mi ha recato sofferenza in ogni match, in ogni allenamento intenso durante tutta la mia carriera agonistica. Una sofferenza non solo fisica ma anche dell’anima per la perdita di mia madre quando avevo soli 16 anni. Non mollando e cercando di onorare questa promessa, sono andata veramente contro i miei limiti tirando fuori quello che non immaginavo di avere.
Il mio racconto ha inizio proprio quando per la prima volta mi trovai a giocare sul campo centrale di Wimbledon, era il 2005 e dall’altra parte della rete c’era l’allora numero 1 del mondo Serena Williams. Il giorno che attendevo da sempre era finalmente arrivato. Il sogno ad occhi aperti si stava avverando in un pomeriggio d’estate.
A causa della mia malformazione ai piedi, però quel match che avevo sognato da tutta una vita, ebbe un risvolto diverso da quello che avevo desiderato.
In questo libro racconto di tanti aneddoti che mi sono accaduti in giro per il mondo e uno di quelli che rivivo con maggiore emozione è quando sono andata per la prima volta in India. Una terra che si caratterizza per la grande sofferenza; ho ancora impresso gli sguardi dei bambini che mi chiedevano l’elemosina, la loro felicità per una caramella, per un abbraccio o ancora per una piccola monetina. Per la prima volta mi resi conto di quanto era fortunata. Nel tragitto che mi portava dall’hotel al campo da tennis molte volte mi chiedevo: “Mara cosa sono i tuoi problemi al cospetto di tutto questo”. Entravo in campo con una visione completamente diversa del mio dolore, delle mie sofferenze e non a caso i risultati non tardarono ad arrivare, tanto che in quella terra vinsi uno dei miei tornei più importanti.
Nel 2009 però la mia vita cambiò, questa malformazione ai piedi mi costrinse ad operarmi ed inevitabilmente a fermarmi per un lungo periodo. In quel momento di stop mi chiedevo spesso quale sarebbe stato il mio futuro, ero confusa ed arrabbiata con la vita così mi convinsi a fare un pellegrinaggio a Medjugorje.
Ne avevo sentito parlare ma non conoscevo assolutamente nulla di quel luogo Santo, non sapevo nemmeno che le apparizioni fossero ancora in corso. Era il 2 novembre del 2010 quando durante una notte di veglia e preghiere, di lacrime e pensieri, una luce mi rapì il cuore e, sulla Collina delle Apparizioni, ritrovai finalmente la forza di rialzarmi. La mano materna di Maria si estese su di me. Mi sentì rinascere sotto il suo manto celeste. Con la sua grazia ho imparato ad aprirmi al perdono, desiderosa di donarmi incondizionatamente. A Medjugorje ho sperimentato la grazia della preghiera e la libertà di essere me stessa, è stata come una scossa elettrica vivificante, ho avuta la fortuna di conoscere la pace interiore, di sperimentare quanto sia grande la Grazia del Signore.
Al solo pensiero di quegli istanti unici, il mio cuore accelera il ritmo delle pulsazioni, mai come allora avevo percepito con simile forza la presenza di Dio!”.
Una volta tornata in Italia, ho avvertito l’esigenza di continuare il mio cammino di fede, per alimentare la gioia di quei giorni e la luce interiore che ne avevo ricavato.
Con il tempo ho sentito l’esigenza di essere più profondamente guidata e nella famiglia di Nuovi Orizzonti ho trovato persone con cui condividere ogni aspetto della mia vita.
Non è stato facile riuscire ad aprirmi, donare tutto di me, consegnare tutta la mia esistenza.
L’incontro con Nuovi Orizzonti, mi ha permesso di conoscere e vivere quel carisma di gioia, scoprendo la grazia di tanti uomini e tante donne segnati dalla sofferenza e rinati grazie all’Amore di Dio. Mi rispecchio molto in Chiara, nel suo essere attiva, tenace, capace di credere con forza in tutto quello che fa, non fermandosi davanti agli ostacoli più insidiosi. Grazie a questo suo carattere, in unione con l’Amore degli Amori, Gesù, ha costruito quell’angolo di cielo sulla terra che è Nuovi Orizzonti.
È immenso quello che Chiara ha saputo costruire grazie alla provvidenza del Signore!”.
Nuovi Orizzonti è una famiglia che va oltre il sangue, in cui la provenienza e le differenze di ciascuno sono trascese con la grazia dell’amore e della preghiera reciproca. Grazie alla libertà e alla piena condivisione, la comunità è diventata parte di me. Non voglio e non posso farne a meno! Amo la vita che si è aperta davanti ai miei occhi e desidero con tutta me stessa camminare lungo questo sentiero di continua resurrezione.
“Grazie Gesù per il dono di Nuovi Orizzonti, grazie che hai trasformato il mio dolore in un’immensa gioia.”
Attraverso la scrittura ho avuto la fortuna di rivivere tutto della mia vita. Anche i più piccoli dettagli della mia storia si riaffacciano, i tanti incontri, le lacrime, gli abbracci, i sorrisi. Persino ciò che credevo rimosso e accantonato in un angolo della memoria è tornato a mostrarsi. Ora, finalmente, vedo che ogni singolo passo della mia esistenza ha avuto un senso preciso, una sua ragione d’essere.
Scrivere per me è come meditare due volte; negli anni dell’agonismo rappresentava l’unico modo per potermi liberare da tutte le emozioni che non potevo raccontare ma che avevo nel mio cuore.
Ricordi, pensieri, vittorie, sconfitte, momenti particolari della mia vita che possono essere utili per uscire da un empasse di difficoltà.
Come diceva Papa Giovanni Poalo II: “quando si conosce la Gioia di Cristo, non puoi tenerla per te, la devi raccontare, la devi radiare, devi essere un testimone di questo”. Io in umiltà sto cercando di farlo, la scrittura mi aiuta a raccontare un messaggio di speranza..
Ci sono passata e so quanto sia difficile affrontarla.
Con Gesù però tutto si affronta, ed anche la Croce può essere portata con il sorriso diventando un opportunità.
Mara Santangelo