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Cosa vedi? Vedo un bambino, piccolo. Cosa dice? Parla di me.
Brasile, Quixadá, giugno 2018, scuola Regina Pacis.
Me lo potevano dire, prima di partire, che andare a Nuovi Orizzonti in Brasile è come fare l’Arte di Amare in Ferrari, con l’acceleratore sempre al massimo?!
Ho viaggiato tanto nella mia giovane vita ma evitando l’unico viaggio della vita: quello veramente importante, quello dentro di me, quello alla scoperta dei bisogni profondi, dei desideri più veri, non condizionati, reali, profondamente miei.
I bambini di questa scuola, delle favelas, di strada, delle comunità, sono per me un acceleratore, mi fanno incontrare quel bambino, quella parte di me che forse ho perso.
Nel viaggio in Africa del 2010 mi sono sentito spesso cercato per avere qualcosa, qui in Brasile mi sento voluto, per quello che sono, per amore, per esserci. Una sete d’amore pazzesca io respiro e all’inizio mi fa paura, troppa paura. Mi richiama la mia.
Quegli occhi urlano: ci sei per me? Stai con me? Ma prima ancora dicono: mica mi farai del male anche tu?
È pazzesco capire quanto queste parole risuonano continuamente nel mio cuore, spesso, quasi ogni giorno.
Quanto hanno condizionato la mia vita.
Per uno “schizzinoso” come me, riscoperto ipocondriaco, iper-pauroso da poco (forse perché non mi sono normalmente permesso di esserlo) venire qui, tra tanti pericoli e uno stile di vita molto diverso da quello europeo forse era impensabile, forse l’ho sottovalutato, all’inizio é stato difficile. Ma a poco a poco si è relativizzato tutto.
Le storie pazzesche ascoltate, la marea di bambini che hanno ricevuto violenza, abusi, mi han fatto dimenticare tutto, me, nella mia parte più inutile, egocentrata. È proprio vero che mettersi in donazione ti trasforma.
È come se la “guerra” di qui, olocausto più o meno silenzioso mi abbia decentrato.
Ho giocato poco da piccolo, ho sempre fatto l’adulto troppo presto. Venuto qui, in particolare nella casa Agape alla Cittadella Cielo di Quixadá é stata per me la prima difficoltà: giocare.
Ti sembrerà strano ma è stato realmente difficile. Mi sembrava di non essere capace, di perdere tempo, mi ferivano i rifiuti, dei bambini impauriti da chissà quale passato che riecheggiava in loro, mi sentivo rifiutato in particolare come uomo, perché sì in questa terra gli eroi più diffusi nell’ordinarietà sono le donne, le mamme, le nonne. Gli uomini o non ci sono o, spesso, sarebbe meglio che non ci fossero.. Troppe piaghe sociali li rendono fonte di violenza, di ferite pazzesche, nei piccoli.
Nella nostra Italia i mass media hanno reso la bassa, e pur sempre orribile percentuale di preti pedofili, un assoluto, ma qui le realtà familiari e il turismo sessuale presentano una situazione ben diversa, che urla vendetta al cospetto di Dio e dell’uomo, dei piccoli.
Impotenza. Forse l’ho sperimentata troppo. All’inizio mi veniva da fuggire, ma quando i piccoli ti cercano, appena trovano una porta aperta ti ricoprono di contatto, di ricerca e non puoi dire di no. Sono troppo belli, troppo pieni di vita, di amore! Amore crocifisso, ma con una speranza pazzesca, occhi che sperano ancora, questo sì che é un miracolo!
Un miracolo quotidiano, forse il più bello in questa terra. Un popolo che balla e che, anche se non ha niente, sa riscoprire la voglia di donare.
Le donne con i bambini del progetto Coraçao ci hanno dato tanto. Una festa di benvenuto inaspettata. Non siamo riusciti a rinunciare al cibo, pur sapendo che l’acqua poteva farci venire qualche brutta dissenteria.. quando qualcuno ti offre il suo tutto, il cuore non sa dire di no.
Troppo bello! Troppo grande la vita che vince, la speranza che prevale sulla miseria.
Tra le tante attività a Nuovi Orizzonti c’è Angeli nella Notte, l’incontro con i fratelli del popolo della notte. Non mi sarei mai aspettato di viverlo per la prima volta a Fortaleza, una delle città più pericolose del mondo.
Scendere da quel pullmino mi faceva tanta paura, so che qui la vita non vale molto, per molto poco ti puntano una pistola in faccia. Eppure siamo scesi e non eravamo soli.
É stato pazzesco vedere quanto quel popolo di feriti, abbandonati.. tra droga, devianza, violenza, si sia trasformato in tanti fratelli. All’inizio diffidenti, timorosi, ma poi capaci di sorrisi, di condivisione profonda.
L’amore vince, l’amore vince la paura.
Scaccia via ogni timore. Perché gratuitamente abbiamo ricevuto e gratuitamente diamo. Potrei esserci io al posto di quel fratello consumato dalla droga, al posto di quella bambina che non ha mai sperimentato il calore umano di qualcosa che almeno somigliasse ad una famiglia; al posto di quel transessuale con un’immensa sete di amore.
Samanta é diventata in poco tempo amica, amico. Mi ha fatto dimenticare gli schemi, il bisogno di rassicuranti incasellamenti. Ho incontrato una persona, amata da Dio e ho desiderato condividere la vita, la Speranza di Dio, la certezza che, se anche il mondo urla il contrario, nessuno può mai dirsi dimenticato, abbandonato.
Nessuno. E chi ha davvero incontrato il Cristo lo sa. E non può non annunciarlo perfino di notte, in particolare a chi vive nella notte, quella dell’anima.
Mi trovo nella notte prima della partenza, del ritorno in Italia e ti sto scrivendo perché è troppo importante condividere. É troppo importante non tenere per sé.Ogni scoperta, donata, si fa occasione, dono, nuova speranza, perseveranza a volte. Quella che ho visto nei fratelli, italiani come me, che hanno deciso di vivere qui, di condividere, forse per sempre, questo angolo di mondo.
Desidero invitarti a condividere, a fare come sto trovando il coraggio adesso anch’io: non andare a dormire dicendo “non é un problema mio”. Proviamo a chiederci quale può essere la nostra goccia in questo oceano, sapendo che come ci ha promesso Gesù: è dando che si riceve. É vero. Chi viene qui lo sa, si riceve molto di più di quel che si é Donato.
Come ha detto Filippo (Nek), nell’ultimo giorno passato qui con la Rai, per sensibilizzare alle adozioni a distanza:
tornerò. Tornerò anch’io. Magari con te.
Animazione in un #ospedale pediatrico di #Fortaleza con tanti incontri davvero incredibili con #bambini e mamme dalle favelas povere materialmente ma con cuori immensi!
Publiée par Nuovi Orizzonti sur mardi 12 juin 2018
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