Evangelizzazione

Oscar Romero e la luce dei martiri

In questi giorni ricorre l’anniversario del martirio di Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador, ucciso il 24 marzo 1980 mentre celebrava la Santa Messa.

Uomo di pace, nella sua omelia del giorno prima aveva rivolto un appello alle coscienze di chi faceva della violenza una brutale abitudine: “Davanti a un ordine di uccidere che viene da un uomo, deve prevalere la legge di Dio che dice di non uccidere”.
Molte persone, soprattutto giovani, non conoscono la storia di Oscar Romero. Scoprirla, oggi, significa rivolgere lo sguardo verso un sacerdote che ha pagato con il sacrificio della vita il suo amore per il Vangelo. Un esempio di fede autentica, che possiamo sforzarci di seguire nella nostra zoppicante umanità.

Oggi, purtroppo, c’è una tendenza a dipingere il mondo a tinte scure, come se fosse irrimediabilmente corrotto. Nell’aria c’è un sentimento di rassegnazione e di pessimismo, che ci spinge spesso a considerare la vita una specie di giungla in cui trionfano solo i più forti.
La colpa, in parte, è anche di un cattivo uso dei mezzi di comunicazione, che tendono a dare poco spazio al bene, rispetto alle tonnellate di carta di giornale e di servizi televisivi dedicati al male: corruzione, scandali, omicidi e violenze di ogni genere.
Scoprire la storia di Oscar Romero e di altri martiri come lui può aiutarci a ritrovare speranza e fiducia. Raccontiamo storie come queste! Tiriamole fuori dalla cantina dei ricordi e rendiamoci conto della loro attualità!
C’è bisogno di conoscere questi portatori di luce, che hanno saputo illuminarci con la loro testimonianza. Uomini e donne, come noi, pronti ad offrire la vita per aiutare il prossimo. Senza paura. Senza preoccuparsi di ciò che potrebbe succedere domani.
Paradossalmente, un mondo materialista come quello di oggi potrebbe considerare le storie dei martiri come le tristi disavventure di persone inutilmente idealiste, perse nella loro utopia. Uccise, torturate, sottomesse, crocifisse come Gesù…
Qualcuno potrebbe obiettare: perché rischiare tanto? Perché complicarsi l’esistenza quando si può campare meglio, facendosi gli affari propri?
Eppure il mondo ha bisogno di questi “sconfitti” che hanno voluto seguire l’esempio di Cristo, lasciandosi inchiodare su mille altre croci.
Quando immaginiamo Gesù sanguinante, sofferente, deriso dai soldati romani e abbandonato dai suoi amici, potremmo avere la tentazione di pensare a lui come ad un fallito: l’immagine perfetta di un insuccesso.
Ma è proprio da quell’apparente insuccesso che è cominciata la salvezza dell’umanità. Quello “sconfitto” con la corona di spine, a poco a poco, ha cambiato il mondo con il suo semplice messaggio d’amore.
Ecco perché abbiamo bisogno dei martiri. Abbiamo bisogno di conoscerli, di scoprirli, di non dimenticarli, affinché la loro luce illumini la nostra vita e ci accompagni in un cammino di speranza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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7 thoughts on “Oscar Romero e la luce dei martiri”

  1. Grazie Carlo, per avere puntato su una nostra “pecca” ed averci ricordato che la Fede ci dà la garanzia della vittoria di Cristo. Come ho sentito dire a Soeur Emmanuel di Medjugorje in un video registrato domenica 18 marzo a Desio, i veri cristiani sono quelli che non si disperano davanti alla avversità ma testimoniano la vicinanza dell’amore di Dio e di Cristo specialmente. Mi viene in mente l’esempio di Shabaz Bathi.
    Spesso siamo noi cattolici che ci dobbiamo scuotere dal torpore d’una religione abbitudinaria, ma ritrovare dento di noi la forza genuina dell’amore misericordioso di Dio.
    Benedetto XVI è credo un esempio perfetto.
    Salutissimi

  2. l’Amore mi ha rivelato tutto…..diceva Papa Giovanni Paolo II…ed infatti solo l’Amore Divino può farci comprendere quello che dici. Paradossalmente seguire Cristo non ci preserva dalle sofferenze e dalle croci…anzi.
    Se lo scopo dell’uomo è quello di uniformarsi a Cristo quale strada migliore della via della Croce. Ma noi sfuggiamo dalla sofferenza, dal sacrificio, dalle umiliazione….Gesù invece cerca cirenei, cerca chi aiuti a portare non solo la croce degli altri ma la Sua Croce. E anche quando ci decidiamo a dare la nostra vità vorremmo farlo da eroi mai come “disprezzato e rietto dagli uomini”.
    Solo l’amore chiesto ai piedi della croce può farci comprendere come Gesù ci ha amato e come noi dovremmo amare.
    Grazie Carlo, è proprio come dice, abbiamo bisogno di testimonianze del vero amore

  3. quel “coronato di spine” non è mai stato sconfitto … perchè “volontariamente” si è donato … “volontariamente” ha aderito alla Volontà del Padre Suo … “volontariamente” ha accettato quella “missione” di salvezza per l’umanità intera … Colui appunto che incarna la Volontà Suprema ….

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