GiovaniPensieri e Riflessioni

Chi legge avrà vissuto

Quasi tutti ci siamo passati o stiamo passando fra i banchi di scuola. Io ho iniziato da una settimana un corso serale per ottenere il diploma, perché dodici anni fa non ho voluto più studiare.

Volevo lavorare per guadagnare e comprare tutto ciò che volevo; ma la mia aspettativa nel tempo è stata fortunatamente delusa…

Da adolescente inizio a farmi domande, ma nessuno può rispondermi e, così, una delle prime amiche che incontro è la noia che poi si rivelerà l’avvio della mia più “grossa fortuna”.

Addentrandomi nel mondo del lavoro, ho scoperto che tutti i miei pensieri, idee e sogni erano solo castelli in aria, tutta quella mia voglia di “creare” veniva uccisa da una realtà cinica: la legge del lavoro. Alla legge del “produrre” non importa affatto chi sei, come stai, quali siano i tuoi ”problemi”,

cosi quando tornavo a casa vivevo un gran senso di frustrazione, perché in più non sentivo che i miei genitori e i miei amici capissero ciò che mi portavo dentro. E cosi ho conosciuto la seconda amica: la solitudine.

Frustrato e annoiato, ho iniziato a leggere i libri che avevo in casa; più leggevo e più mi rendevo conto che ciò che provavo non era frutto della mia fantasia, non erano “cose” che pensavo solo io, ma tanti uomini che han vissuto nei secoli scorsi avevano dei punti di vista simili ai miei.

Quello è stato un momento storico della mia vita, perché scoprire l’importanza della lettura mi è stata di grande aiuto, per non cedere alla routine quotidiana, che era diventata letale per la mia felicità

e per non scoraggiarmi nel sentire che ero completamente fuori dal gregge: i miei compagni avevano motorini, abbigliamento firmato, paghette … e io no.

La lettura non cambiava niente al di fuori di me, ma dentro sì; il mio modo di pensare si ampliava: nuove idee, nuovi obiettivi, nuovi sogni.

Potevo conoscere e comprendere storie di vite fallite, di successo, di morte, di prigionia, di guerra; sentimenti di uomini e donne che potevano aiutarmi a capire cosa volesse dire vivere, e come farlo.

“… perché chi non legge, a 70 anni, avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito…

Perché la lettura è un’immortalità all’indietro”.

Nel leggere assaporavo una libertà interiore solo mia, nessuno me la poteva togliere e cosi riuscivo a passare del tempo da solo, stando bene senza flagellarmi e per me era già un grosso traguardo.

E oggi, a distanza di anni, ringrazio il cielo per quella noia, per quella solitudine che mi han fatto aprire il primo libro, accrescendo in me quel desiderio di conoscere, di sapere che mi ha tirato fuori da tanti condizionamenti che non mi permettevano di essere me stesso ma sempre quello che gli altri volevano che fossi. E così mi privavo dei miei bisogni fondamentali; ne cito solo uno perché per me è il più importante: ESPRIMERMI.

La vita adesso mi sta dando una seconda opportunità, perché tutte le circostanze che sto vivendo mi danno la possibilità di riprendere a studiare: ora, un corso di studio per il diploma; poi, continuare gli studi.

La lettura mi ha fatto scoprire me stesso, mi ha dato e dà ancora oggi la possibilità di farlo, mi ha dato speranza nei momenti in cui non ne avevo, mi ha insegnato a stare da solo e a riflettere su come spendere la mia vita.

La conoscenza mi ha aperto porte che nemmeno pensavo esistessero.

Enzo Patria

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